di Luca Leone
Israele e la Palestina, due mondi contrapposti, da anni ormai in conflitto. Ma Israele ha mai dato la possibilità alla Palestina di autogovernarsi? La risposta è, in poche parole, sì ma ripercorriamo la storia dei due stati.
Dopo la caduta dell’Impero Ottomano, la Gran Bretagna occupò la zona appartenente all’attuale Israele e Palestina, ma gli Arabi si ribellarono. Gli Inglesi, allora, istituirono la “peel force”, una commissione per determinare quale fosse la causa del conflitto: Il risultato fu che ebrei ed arabi volevano governare la stessa terra. Si decise, allora, di creare due stati: uno arabo, che occupava la maggior parte del territorio, e uno ebraico. Ma, mentre gli ebrei accettarono, gli arabi no. Tutto questo accadeva nel 1936.
11 anni dopo, nel 1947, le Nazione Unite proposero di nuovo la soluzione a due stati ma, anche questa volta gli arabi non accettarono dando inizio ad una guerra vinta poi da Israele. I territori palestinesi vennero, però, occupati dalla Giordania.
Nel 1967, molti paesi arabi attaccarono Israele nella Guerra dei Sei giorni, e Israele recuperò i territori occupati dalla Giordania.
La Lega Araba si riunì in Sudan ed emise i famosissimi “3 no”: “No alla pace con Israele”, “No alla ricognizione di Israele” e “No alle negoziazioni con Israele”.
Nel 2000 ci fu un incontro tra il leader palestinese e il leader di Israele, ma le negoziazioni si conclusero con un nulla di fatto.
Nel 2008, Israele ci ritentò di nuovo con le negoziazioni, offrendo anche di più, in termini di territorio, rispetto al presidente predecessore, ma i palestinesi rifiutarono anche questi.
Insomma, ogni qualvolta Israele ha offerto una soluzione alla Palestina, quest’ultima ha sempre rifiutato, mettendo a rischio la vita di migliaia di persone con le sue guerre.
Dunque, ancora oggi, sembra impossibile una soluzione a due stati con la Palestina che rifiuta la compresenza di uno stato ebraico e uno israeliano.