Quattro lunghi giorni di attesa, 24 ore su 24 di ricerca col fiato sospeso e più squadre al lavoro. Sommozzatori sfiancati dalla pressione dell’acqua mista a sale che continuava a salire e gli rendeva impossibile inoltrarsi per la ricerca dei dispersi. Poi finalmente l’epilogo con il recupero dei corpi, a cui mancava l’ultimo da rinvenire, finalmente portato alla luce questa mattina. L’ultimo disperso nell’Appennino bolognese di Suviana è stato ritrovato. Dopo lo scoppio della centrale idroelettrica di Bargi, 200 uomini hanno completato le operazioni.
Il corpo non è stato però ancora ufficialmente identificato. Mancava all’appello Vincenzo Garzillo, il napoletano di 68 anni, che potrebbe corrispondere all’identità del ritrovato. La discesa negli inferi dei livelli -8, -9 e -10, ha consentito nella tarda mattinata dell’11 aprile, il rinvenimento dei corpi di Adriano Scandellari e Paolo Casiraghi. Poi nella serata, attorno alle 20, la sesta vittima è stata portata alla luce dal piano -9, dove si trovavano tutti. Si trattava di Alessandro D’Andrea.
Mentre è in corso l’inchiesta attivata dal procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, per disastro colposo e omicidio colposo, accertamenti sono già stati effettuati. I testimoni oculari ed i familiari delle vittime sono stati già ascoltati. Hanno dichiarato di aver sentito «uno strano rumore» prima dello scoppio; «come di un motore che prende a girare a vuoto». Un segnale di malfunzionamento dunque c’era stato ed era durato pochi secondi, ma i dipendenti non gli hanno prestato dovuta attenzione.
La centrale non verrà posta a sequestro interamente. L’operazione coinvolgerà solo i piani -8 e -9. Accertate le cause del decesso delle vittime, non sarà necessaria l’autopsia sul corpo dei defunti.