Nella valigia da artista di Patrizio Trampetti arriva ’L’ideale’, mosaico in musica sulla canzone d’autore

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Nuovo lavoro discografico per il paroliere e musicista Patrizio Trampetti che venerdì 26 aprile presenta l’album ‘L’ ideale’, al Teatro Porta Portese di Roma. L’artista partenopeo che ha scritto pagine musicali eccezionali nel panorama de italiano e folk, raccoglie in questo album tutta la somma del suo percorso artistico, condiviso per l’occasione insieme a tanti amici e colleghi con cui negli anni ha avuto modo di sperimentare da un punto di vista artistico. La sua padronanza delle intere arti si riversa in un questo percorso a mosaico in cui teatro, musica e cinema inevitabilmente si incontrano attraverso i suoi protagonisti. Così la genialità creativa di Trampetti si colora con il contributo di Claudia Gerini, Isa Danieli, Pietra Montecorvino, Tricarico, Itillimani, Tony Cercola, Jennà Romano, Sandro Ruotolo.

I duetti artistici spalancano la visione sulla funzione comunicativa dell’esperienza musicale, atta ad avviluppare con partecipazione, commozione ed intensità, il senso delle cose. ‘Condivisione’ è infatti la parola che affida alle note il suo “ideale”, diventando un ruggito per le nuove generazioni, affinchè si lascino catturare da suoni e dalle parole importanti traducendo valori e sentimenti di un tempo umano che deve ritornare.

Trampetti traduce nuovamente gli echi della gente e dei suoi protagonisti. La sua esperienza di vita lo ha infatti avvicinato al popolo con genuina verità, sia con la Compagnia di nuovo Canto Popolare di cui ha fatto parte per moltissimi anni, sia attraverso le numerose collaborazioni con colleghi quali Edoardo Bennato, per il quale ha scritto ‘Un giorno credi’, o con artisti come Eugenio Bennato, Luciano Pavarotti, Roberto De Simone, Peppe Barra, Tullio De Piscopo, Francesco Baccini, Tony Esposito, Amedeo Minghi. Billy Preston, per citarne alcuni.

Avvolge i fili del tempo dedicando in questa nuova playlist un testo a Luigi Tenco, di cui è stato strenuo ammiratore da ragazzino, fino a scoprirsi intimamente legato con l’artisticità del cantautore prematuramente scomparso, in una connessione implicita fatta di similitudini, casualità ed intenti. Da qui la scelta di dare al pubblico una nuova fotografia della canzone d’autore, immergendola nei suoni caldi come i temi affrontati nei brani, con influenze ritmiche popolari.

Completamente pregno del fuoco dell’arte che lo ha portato per anni anche a cimentarsi nelle vesti di attore, Trampetti dedica questa nuova esperienza musicale alla madre, fautrice del suo amore per la musica che in questa fase della sua lunga carriera fatta di canzone popolare, rock, d’autore, classica e jazz, ama dedicare alle nuove generazioni, divulgando in modo libero ciò che ha imparato nel tempo, come ci rivela in questa intervista.

L‘ INTERVISTA – L’IDEALE IN MUSICA PER PATRIZIO TRAMPETTI

  • Maestro, ‘L’ ideale’ è la valigia del suo vissuto musicale fino ad oggi, a partire dalla dedica a sua madre. Quanto di lei c’è in questo lavoro?

È stata proprio mia madre a desiderare che diventassi un artista. Proveniente da Campagna, in provincia di Salerno, mia mamma mi ha cresciuto da sola, perché ho perso papà quando avevo 10 anni. Ricordo che la sentivo canticchiare in casa, fino a quando mi disse chiaramente: “Devi cantare“. Mi portò prima da un suo parente, il Maestro Mino Campanino, pianista e direttore di orchestra che ha insegnato a tanti il canto lirico. Dopo avermi ascoltato le consigliò di farmi suonare la chitarra. Così incontrai il Maestro Eduardo Caliendo e da lì è nata tutta la mia evoluzione musicale. Mamma canticchiava spesso una canzone popolare, ‘La canzone di Zeza’ che da adulto ho riproposto con la Nuova Compagnia di Canto Popolare. Era una donna che negli anni ‘40 – ‘50, viveva quasi segregata, e nella canzone trovava la sua libera espressione. È stata figlia di una mentalità maschilista che ha privilegiato i fratelli piuttosto che lei. La musica è il suo amore che continua a vivere in me come ideale di ingenuità, purezza, incanto, che lei stessa mi ha trasmesso. Con mia madre ho avuto un rapporto molto stretto fino ai suoi 90 anni. Questo stesso legame lo posseggo con la musica.

  • In quale stagione della sua vita arriva questo percorso artistico?

Arriva nella stagione della terza età, in un mondo interiore compiuto. Sono contento di averci lavorato. Paradossalmente in molti casi con l’avanzare del tempo si tende ad essere meno produttivi. Nel mio caso è avvenuto il contrario. Mi sono ritrovato con una creatività rinnovata e con il desiderio di esternarla. Ho lavorato all’album di getto, in una fase ricca di stimoli.

  • Cosa si aspetta dalle canzoni dell’album che presenterà a Roma?

Per quanto possa sembrare un lavoro di nicchia, l’album vuole essere voce in un periodo di confusione in cui non si sa dove si va e l’ideale può essere un’ancora di salvezza raccontando il modo in cui in passato vedevamo la musica. Da ragazzi per me, come per molti miei colleghi, la musica era la pagina su cui scrivevamo identità e valori da condividere. Per questo ho scelto di dedicare un pezzo anche a Luigi Tenco, che l’ideale lo rappresentava.

  • Ciao Lui’ è appunto un omaggio a Tenco. Cosa la lega profondamente a questo artista?

Esiste un filo sottile che mi lega a lui fin da ragazzino. Ricordo che avevo 15 anni quando appresi della notizia della sua scomparsa. Corsi di getto a casa per scrivere sul letto della mia stanza una canzone dedicata a lui. Dopo anni ho incontrato una ragazzetta che a quei tempi mi piaceva, e mi ha comunicato di aver scelto di diventare psicologa grazie a Tenco. Sia io che lui abbiamo cantato una canzone, ‘Il disertore’ (naturalmente in due versioni diverse), e come me anche Luigi si è dedicato alla recitazione. So che avrebbe voluto tanto cimentarsi con un progetto dedicato alla sua canzone popolare piemontese. Io ho dato una vita ai canti popolari. Credo che implicitamente esista una connessione silenziosa che poi mi ha portato a desiderare di omaggiarlo insieme a Claudia Gerini, che ho scoperto essere una valida interprete dopo averla ascoltata al Mercadante in una serie di canzoni dedicate a Pasolini. Le ho chiesto se volesse condividere con me questo progetto su Tenco, trovando subito una sua calorosa partecipazione ed una bravura nell’interpretare anche in napoletano.

  • Nell’album c’è un’altra grande collaborazione con un’artista con cui ha diviso il palcoscenico teatrale, Isa Danieli. Cosa la lega a questa signora della recitazione?

Con Isa abbiamo condiviso anni sul palcoscenico ne ‘La Gatta Cenerentola’. In pochi sanno che è stata proprio lei la mia talent scout. Una sera con Angelica Ippolito portò Eduardo de Filippo a teatro a vederci. Da lì poi la mia carriera ha avuto il suo slancio. Con lei interpreto adesso ‘Comme va a fernì’. La nostra è una amicizia artistica che dura da tempo!

  • Il palcoscenico teatrale così come l’esperienza con la Nuova Compagnia di Canto Popolare quanto le ha dato artisticamente?

Mi ha dato la grande opportunità di capire come affrontare la mia timidezza, imparando a comunicare con gli altri tutto ciò che poi in musica ho sempre scritto di getto. Le mie canzoni nascono di cuore ed istinto. Se potessi sintetizzare il tutto con la frase di una mio testo, coniugando musica e teatro sceglierei un riferimento ad un mio brano, ‘Alle prime’: ‘Il comico davanti al pubblico rinnega il suo sorriso, ma in privato ride a sazietà’.

  • Lei si è definito artista romantico. Quanto è poeta e quanto filosofo grazie alla sua musica?

Forse sono poeta istintivamente perciò compongo canzoni in 5 minuti. Non mi ritengo un filosofo perché ho i miei limiti e debolezze come tutti. So però che grazie a mie canzoni d’autore come ‘Un giorno credi’ che scrissi per Eduardo Bennato, molti giovani hanno dichiarato di aver trovato la forza per affrontare delle loro situazioni delicate. Ecco, in tal senso le mie canzoni hanno avuto un valore sociale e di vita. Sono state un risveglio, più che una filosofia.

  • Lei è un Maestro a tutto tondo. Se avesse l’opportunità di duettare con Mozart che è un pilastro per ogni musicista, cosa le piacerebbe proporre con lui?

Ho sempre amato un’aria per basso del Don Giovanni di Mozart: Madamina il Catalogo è questo. Mi piacerebbe che lui la suonasse naturalmente, mentre la interpretiamo insieme.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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