Gli Usa hanno formalmente accusato la Russia di aver utilizzato armi chimiche come arma di guerra nel conflitto in Ucraina. L’accusa, mossa dal Dipartimento di Stato americano, si basa su prove che indicano l’utilizzo di cloropicrina, un agente chimico soffocante, utilizzato anche come pesticida, da parte delle forze russe contro le truppe ucraine.
Secondo quanto riportato dagli Stati Uniti, l’utilizzo di armi chimiche da parte della Russia sarebbe una violazione della Convenzione sulle Armi Chimiche, un trattato internazionale che vieta la produzione, lo stoccaggio e l’impiego di queste armi.
Le accuse americane, che sono state accolte con seria preoccupazione dalla comunità internazionale, sono state veementemente negate dalla Russia che le ha definite “infondate” e parte di una campagna di disinformazione orchestrata dagli Stati Uniti e dai loro alleati. La Russia, inoltre, ha affermato di non possedere più un arsenale chimico.
L’utilizzo di armi chimiche in Ucraina, se confermato, rappresenterebbe un’escalation drammatica del conflitto e potrebbe avere gravi conseguenze per la Russia. Oltre alle potenziali sanzioni internazionali, Mosca potrebbe dover affrontare una seria condanna da parte della comunità internazionale e un deterioramento delle relazioni con molti paesi.
Le accuse americane sono ancora all’esame e al momento non ci sono prove definitive che confermino l’utilizzo di armi chimiche da parte della Russia. Nel frattempo il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha annunciato sanzioni contro 300 società in Russia, Cina e altri paesi accusate di fornire armi o componenti utili allo sforzo bellico di Mosca.
