Cardito, ultimatum di Forza Italia al sindaco Cirillo

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Cardito (NA). La politica carditese si appresta a vivere una nuova primavera, almeno per il momento. Il sindaco Giuseppe Cirillo si è esautorato da solo. Ormai in città, come un triste refrain, si parla solo della rottura tra i quattro consiglieri di Forza Italia (Aprovidolo, Russo, Mirone, Desimone) e la fascia tricolore. I forzisti, dopo aver abbandonato l’aula al momento della votazione sul bilancio previsionale (approvato comunque), pretendono le dimissioni del capo dell’esecutivo. Cirillo, si sa, nell’ex Provincia è il vice di Gaetano Manfredi, un ruolo troppo importante, una carica irrinunciabile, quindi al protocollo le sue dimissioni non perverranno mai. Inoltre c’è la partita delle Regionali, un’occasione troppo ghiotta per l’ingegnere carditese, storico delfino di Mario Casillo.

La permanenza sullo scranno più alto in consiglio comunale attualmente è legata a un filo; in un battito di ciglia, Cirillo, si è ritrovato da ras a rassegnato e l’unico responsabile è proprio il sindaco stesso. Fare il braccio di ferro con chi lo ha partorito politicamente è stato un errore madornale, anche perché, confrontarsi con lo ‘zoccolo duro’, per il sindaco non è complicato, ma impossibile. L’ingegnere è stato colpito, ferito e affondato, anche se il volto imperturbabile non lascia trasudare nulla, in fondo al cuore e non solo, è abbondantemente rammaricato. Dopo 9 anni, il primo cittadino, è stato messo all’angolo, altro che Rocky; Cirillo ora trema, ed ha letteralmente paura che i 4, dopo il colpo ferale, possano spedirlo a casa, un déjà vu che conosce bene.

La mediazione per risanare la ferita è già in atto, i sodali del sindaco stanno tentando in tutti i modi di far ritornare sui propri passi Aprovidolo&co., al momento però, gli incontri non hanno sortito nessun esito positivo. In corso anche incontri bilaterali con i vari gruppi politici. Ora per Cirillo i consigli comunali saranno un vero problema, perché, se prima bastavano le riunioni di maggioranza, adesso invece, l’aula consiliare è ritornata ad essere l’agorà principale del dibattito e del confronto, le scarse doti da oratore però, pongono il capo dell’esecutivo in una situazione di netta difficoltà, o meglio, lo mettono letteralmente ko, non solo; il sindaco ha bisogno anche del numero legale per procedere con il Consiglio, altro grande problema, così come la questione puc che la fascia tricolore aveva promesso di adottare entro dicembre 2015, ad oggi ancora niente, per non parlare del ‘predissesto’ poi,  bordate arrivate in maniera chiara nelle sue orecchie, a ricordarglielo proprio il consigliere Andrea Russo.

Ma un altro aspetto va evidenziato: prima i consiglieri di maggioranza erano 13, quelli di minoranza 3. Oggi, invece, quei 13 sono passati a 9, andando a rinforzare la minoranza che sale a quota 7. Proprio sull’opposizione va spesa qualche parola; Marco Mazza, candidatosi ad alternativa contro Giuseppe Cirillo, si è dimostrato più alternativo che ‘alternativa’. Dell’avvocato Mazza, non discutiamo sicuramente la competenza e la preparazione, ma sul piano della tenuta e degli ‘accordi’ politici con chi lo ha sostenuto, sì. Anche perché, nell’ultimo civico consesso, lo stesso Mazza, in fase di voto sul bilancio previsionale si è astenuto, questa scelta ha fatto storcere il naso e la domanda sorge spontanea, perché? Indiscrezioni lo darebbero già in maggioranza, corteggiato proprio dal sindaco Cirillo, ricordiamo che i due sono tesserati con il Partito Democratico, forse, proprio il diretto interessato potrebbe chiarire la sua posizione, non tanto agli organi di stampa ma ai suoi elettori, visto che nella precedente assise non ha proferito parola, ha invece preferito astenersi come detto in precedenza, adesso bisogna capire effettivamente se la minoranza è composta da 7 o da 6 consiglieri.

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