Per i Campi Flegrei lo stato di allerta resta di colore giallo ma si lavora per un possibile rapido passaggio alla zona arancione. A dichiararlo è il ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci in audizione alla commissione ambientale: “Al termine della riunione del 27-28 ottobre scorso, la commissione Grandi Rischi ci ha comunicato che bisogna prepararsi all’eventuale necessità di passare rapidamente verso un livello di allerta superiore rispetto al giallo sull’area dei Campi Flegrei”. Il ministro Musumeci ha poi spiegato che “l’insieme dei risultati scientifici rafforza l’evidenza del coinvolgimento di magma nell’attuale processo bradisismico di sollevamento del suolo”.
La presenza di magma a bassa profondità e la possibile presenza di più serbatoi tra loro collegati non significa, però, eruzione imminente né lascia in alcun modo presagire quale potrebbe essere la potenza eruttiva.
Attualmente, così come da 12 anni a questa parte, la zona dei Campi Flegrei è contrassegnata da un’allerta gialla e il passaggio verso un’eventuale zona arancione non è immediato né da escludersi in futuro. Si tratta, quindi, di semplice prevenzione per la messa in sicurezza dei cittadini in casi di evoluzioni del fenomeno bradisismico.
“La zona è ballerina, ma siamo relativamente tranquilli, perché possiamo tenere sotto controllo quel territorio in tutte le sue manifestazioni”– ha affermato Musumeci.
Cosa cambierebbe con la zona arancione?
Intanto, preventivamente, è già stato delineato un perimetro della zona rossa i cui edifici all’interno dovranno essere controllati per accertarne la vulnerabilità.
In caso di allerta arancione dovranno essere evacuate le strutture ospedaliere, le carceri e le case di cura in particolar modo quelle ubicate tra Pozzuoli e Fuorigrotta. Eventuali problemi anche per quanto riguarda le competizioni calcistiche presso lo Stadio Maradona di Fuorigrotta e per i numerosi beni culturali della zona che andrebbero protetti con apposite barriere e ubicati temporaneamente altrove.
Nessun allarmismo ma monitoraggio e prevenzione restano le parole chiavi così come raccomanda la Commissione Grandi Rischi.