Dalle parole al linguaggio non verbale, Giorgia Meloni sovverte i canoni del politicamente corretto

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Ha scelto di non trincerarsi dietro il finto perbenismo del politicamente corretto; di adoperare un linguaggio vivo e comprensibile a tutti; intende essere una premier popolare che non si abbottona dietro tailleurs rigidi e favela retorica. Giorgia Meloni destruttura la sua comunicazione politica con una gestualità semplice, veemente. Si rannicchia nella giacca in modo scherzoso, chiama “ragazzi” gli onorevoli del dissenso che non le permettono di esprimere il suo parere in Aula, e se deve andare in bagno, come ogni comune mortale, anche in conferenza stampa lo palesa senza filtri.

I suoi interventi non si fondano su una macrologia complessa, ma privilegiano il contenuto colorito, laddove l’equipollenza di un significato può costituire anche un difetto espressivo perdonabile.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nell’Aula della Camera per la consegna del testo delle comunicazioni, gi‡ rese al Senato, in vista del Consiglio Europeo, Roma, 19 marzo 2024. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Proprio per il suo carattere giocherellone che ha portato i più a ribattezzarla “romana doc”, pur essendo al comando, usa spesso battute nei suoi interventi, senza incarnare la figura divistica della premier. Non per questo l’Europa non le riserva credibilità ed autorevolezza; anzi, provocando gli avversari politici con battute sarcastiche durante i suoi discorsi, in Italia e all’estero, Giorgia riesce ad ammorbidire una eventuale arringa, facendo arrivare più nettamente un suo messaggio favorevole o meno.

Anche i suoi outfit sono essenziali, ma non rinunciano al colore. Oltre ai classici completi grigi o blu, la premier osa con tinte pastello, fino ad arrivare al rosso. Rifiuta dunque una uniforme comune di rappresentanza politica ed interpreta e vive il suo ruolo in modo naturale.

Che piaccia o meno, sia da un punto di vista istituzionale che umano, Meloni è sempre diretta nella sua espressività. La sua mimica facciale non tradisce il pensiero, ma lo rivela.

Anche le battute in romanesco non vengono lesinate dalla premier che rivendica così il suo ruolo di rappresentante degli italiani. Che sia studiato oppure no, questo approccio assurge comunque all’intento di essere una 47enne dalla espressione democratica.

Così la sua foto del nascondimento nella giacca arriva sulla prima pagina del Wall Street Journal, accompagnata dalla frase: “Don’t look at me with your disturbing eyes”, non mi guardi con quegli occhi inquietanti, per citare la risposta alle parole che il leader dei Verdi Bonelli le aveva rivolto in Aula.

Si scusa per l’eccessiva naturalezza, ma una buona fetta della politica le riserva critiche e polemiche. A queste ultime la premier risponde sempre alla stessa maniera: senza scomporsi, usando segni, gesti e silenzi che comunicano sicurezza e trasparenza.

Si gratta il naso, passa la mano sulla fronte, se contrariata o in tensione; sistema spesso i fogli che ha davanti per cercare di avere un autocontrollo quando è in disaccordo con qualcosa o qualcuno. Allo stesso tempo si volta verso gli interlocutori che le parlano, anche se sono alle sue spalle e in una dimensione squisitamente comune, che fonda nella gestualità fatta di sfuggita tutto ciò che intende dire, l’istintualità comunicativa che le appartiene diventa così tratto distintivo agli occhi del mondo.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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