Chiara Tramontano ricostruisce la dinamica che ha portato all’uccisione della sorella Giulia. Dichiara nella lunga udienza del processo in Corte d’Assise contro Alessandro Impagnatiello che la sorella ha iniziato a morire nello stesso momento in cui ha scoperto di essere incinta.
La teste ascoltata ieri, ha raccontato del dramma della sorella che subito le telefonò dopo aver visto il risultato del test positivo, in bagno con una collega.
Giulia temeva la reazione dell’imputato, che di fatto si comportò in maniera fredda e distaccata, decidendo a soli trent’anni di uccidere la donna che portava in grembo il bambino frutto della loro relazione.
Rappresentava dunque un problema la creatura che Giulia portava in grembo, così Impagnatiello iniziò a manipolare la compagna. Sembra proprio che il primo Natale in Trentino in cui l’annuncio della coppia avrebbe dovuto essere divulgato alla famiglia, fu un campanello d’allarme del rifiuto di Alessandro per il suo futuro bambino. Impagnatiello non si presentò alla cena di famiglia, né accompagnò Giulia a Napoli quando tornò a casa per comprare il corredino del piccolo Thiago.
Il barman aveva intanto intrapreso un’altra relazione, descrivendo Giulia come “una pazza”; la sua compagna aveva scoperto tutto attraverso le cuffiette dell’IPhone: “Aveva seguito il segnale attraverso l’applicazione sul tablet che permette di trovarle in caso di smarrimento. In questo modo Giulia si è accorta che dopo il lavoro lui passava sempre lo stesso”, racconta Chiara.
Giulia scoprì così luogo in cui abitava l’amante di Alessandro. La stessa donna le darà la conferma, prima che venisse uccisa il 27 maggio. Dopo la scoperta Giulia avrebbe pensato ad un aborto, ma ormai i termini legali della pratica erano scaduti.
Intanto Giulia aveva avvisato la sorella del cattivo sapore del cibo che avvertiva da un po’ di tempo. Beveva tisane, ma a nulla servivano. Giulia si stava avvicinando alla morte poco per volta, prima di essere uccisa a sette mesi di gravidanza a Senago in provincia di Milano. Impagnatiello puntava ad avvelenarla per arrivare al suo intento.
Giulia dalla sua, avrebbe comunque voluto crescere il bambino da sola. Viveva però una situazione psicologica pesante, al punto che la donna era arrivata a non confidarsi più nemmeno con la famiglia.
”Era chiusa caratterialmente – dice la sorella Chiara – ma appena si legava dava tutto, dimenticando di proteggere se stessa”.