Continuano ad aumentare i casi di morbillo in Italia. Dal 1 gennaio 2024 al 31 marzo 2024, infatti, sono stati notificati 213 casi di morbillo, di cui 34 casi a gennaio, 93 a febbraio e 86 a marzo 2024 con l’incidenza più elevata segnalata nella fascia di età da 0-4 anni di cui 11 bambini erano al di sotto di 1 anno di età.
Dai dati, provenienti dal bollettino di aprile 2024 Morbillo & Rosolia News curato dalla sorveglianza epidemiologica nazionale del morbillo e della rosolia, emerge che l’88% dei casi non era vaccinato contro il morbillo e che l’infezione è avvenuto in ambito nosocomiale.
Il 26,3% dei casi ha sviluppato complicanze importanti: 23 casi di polmonite e 1 caso di encefalite in un giovane adulto, non vaccinato.
Le cause dell’aumento dei casi sono da ricercarsi nel calo della copertura vaccinale, dovuto a diversi fattori tra cui la disinformazione e la crescente preoccupazione e sfiducia nei confronti dei vaccinati. In Italia, la percentuale di bambini che ha ricevuto la seconda dose del vaccino anti-morbillo tra i 13 e i 15 anni è scesa sotto il 90%, il livello minimo raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per garantire l’immunità di gregge.
Morbillo: un virus che ha segnato la storia dell’umanità
Il morbillo, conosciuto anche come rosolia nera, è una malattia infettiva virale altamente contagiosa che ha segnato la storia dell’umanità per millenni. Le sue tracce sono state rinvenute in resti umani risalenti all’epoca preistorica, e la sua presenza ha avuto un impatto significativo sulla demografia e sulla salute delle popolazioni in tutto il mondo.
Per secoli, la natura del morbillo è rimasta un mistero. Le sue cause e i suoi meccanismi di trasmissione erano sconosciuti, e la malattia era spesso associata a maledizione e superstizioni. Le sue epidemie, caratterizzate da febbre alta, tosse, congiuntivite e la comparsa di un’eruzione cutanea maculosa, decimavano intere comunità, soprattutto tra i bambini. Solo nel 1954 il virus responsabile del morbillo fu finalmente isolato dai virologi John Enders e Thomas Peery e, nel 1963, il medico americano Maurice Hilleman mise a punto il primo vaccino contro il morbillo.
Le parole di Bassetti
Sull’attuale situazione si è espresso, attraverso un post social, anche Matteo Bassetti, primario infettivologo del Policlinico San Martino di Genova.
“Morbillo, cosa può fare il singolo?” – si domanda Bassetti – “Se non si è stati vaccinati o non si è fatta la malattia o si hanno dubbi in merito, basta chiedere al proprio medico curante la prescrizione per l’esame sierologico che attesta se si è immuni. Poi, se non lo si è, ci si potrà vaccinare”. L’infettivologo, inoltre, ricorda che dopo la malattia o con due dosi di vaccino si ottiene l’immunità perenne.
Il picco dei casi, però, è atteso durante la stagione estiva. Informare e sensibilizzare restano le due parole più importanti diffondendo informazioni corrette e sui benefici della vaccinazione, contrastando la disinformazione e le fake news.