Dopo i missili e i droni lanciati sabato scorso da Teheran ad Israele, in risposta all’attacco del 1 aprile all’ambasciata iraniana a Damasco, la comunità internazionale si sta chiedendo quale sarà la reazione dello stato ebraico.
Nonostante i tentativi di Biden di fare desistere il presidente israeliano Netanyahu, gli Stati Uniti, ad oggi, ritengono che la risposta di Israele sarà imminente ma, probabilmente, limitata. Israele, infatti, potrebbe concentrarsi su obiettivi chiave al di fuori dell’Iran, nel tentativo di evitare un’escalation più ampia del conflitto.
Quello che pare certo è che, però, la risposta israeliana ci sarà e, secondo quanto riportano dalla NBC, Israele potrebbe colpire i ‘proxies’ dell’Iran, come le sue milizie in Siria o Hezbollah in Libano.
Un altro messaggio forte e chiaro è stato dato attraverso l’emittente televisiva israeliana Channel 12 dove è stato comunicato che il gabinetto di guerra israeliano ha deciso di rispondere “chiaramente e con forza” contro l‘Iran per lanciare il messaggio che Israele “non permetterà che un attacco di tale portata passi senza una reazione”.
Teheran, intanto, ha fatto sapere che anche un attacco ai suoi interessi al di fuori dell’Iran potrebbe innescare un’escalation.
Abolfazl Amouei, portavoce della Commissione per la Sicurezza nazionale del Parlamento iraniano, ha dichiarato che l’attacco di sabato non ha “utilizzato una potenza significativa” e ha avvertito che l’Iran è pronto “a utilizzare un’arma non utilizzate fino ad ora”.