Confermata la morte del presidente iraniano Ebrahim Raisi, 63 anni, eletto nel 2021. Si trovava sull’elicottero civile di 16 posti e con altre 7 persone a bordo, schiantatosi domenica 19 maggio nel villaggio di Khoilar-Kal. Nessuno è sopravvissuto in questo viaggio. Con il presidente definito “martire del servizio”, è deceduto anche il ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian.
Adesso, recuperati e riconosciuti i corpi, l’Iran è chiamato a rimpastare l’esecutivo con un’autorità provvisoria. Il ruolo di Raisi verrà assunto immediatamente dal primo vicepresidente esecutivo, Mohammad Mokhber, come previsto dall’articolo 131 della Costituzione della Repubblica Islamica. L’ultima parola spetta però alla Guida Suprema, l’ayatollah Ali Khamenei.
Il nuovo consiglio sarà composto dal primo vicepresidente, dal presidente della Camera, Mohammad Bagher Ghalibaf, e dal capo della magistratura, Gholam-Hossein Mohseni-Ejei. Dovrà provvedere ad indire prossime elezioni entro un massimo di 50 giorni. Il successore potrebbe anche essere nominato dal consiglio senza ricorrere alle urne, alla luce dello scontro tra Israele e Hamas. Ghalibaf, ex sindaco di Theran ed ex generale dei Guardiani della Rivoluzione, potrebbe essere il successore su cui nessuno avrebbe da dire. Papabile anche l’attuale capo della magistratura, nominato direttamente da Khamenei senza assenso del Parlamento.