Arriveranno oggi nel Mar dei Caraibi, davanti alle coste Usa, tre navi russe e un sottomarino a propulsione nucleare per dare avvio alle esercitazioni che dureranno fino a lunedì. Le quattro imbarcazioni fanno parte della flotta settentrionale russa, con sede nella città artica di Severomorsk, a oltre 8.500 chilometri da Cuba.
Il luogo di questa esercitazione non può non richiamare alla mente la crisi missilistica cubana avvenuta nel 1962 in piena guerra fredda quando il mondo stette per giorni con il fiato sospeso temendo lo scoppio di una terza guerra mondiale e l’uso di nuove armi nucleari dopo la catastrofe di Hiroshima e Nagasaki. Solo un lungo processo di mediazione, che coinvolse anche papa Giovanni XXIII, portò Kennedy e Krusciov ad una de-escalation.
Questa volta, però, cosi come ha affermato Washington, si tratta di esercitazioni di routine che “non rappresentano una minaccia diretta per gli Stati Uniti”.
L’Avana, inoltre, ha rassicurato che nessuna delle navi trasporta armi nucleari nonostante la capacità delle imbarcazioni.
L’attività russa nel Mar dei Caraibi è ovviamente attentamente monitorata dagli Stati Uniti che seguirà le esercitazioni dall’alto con due cacciatorpediniere e da altre due navi dotate di sonar, mentre un altro cacciatorpediniere e un cutter della Guardia costiera americana seguiranno le restanti navi.
Le esercitazioni navali a Cuba, inoltre, non sono una novità: si sono svolte infatti ogni anno dal 2013 al 2020.
Nonostante la guerra in corso con l’Ucraina e le minacce di Putin di fornire armi ad alcuni paesi non specificati per colpire gli alleati occidentali di Kiev, Il significato di questa presenza navale nel Mar dei Caraibi non è diverso dal passato. “La Russia vuole dimostrare che la sua marina è in grado di attraversare gli oceani e raggiungere le coste della Florida”, ha detto al Moscow Times Emanuel Pietrobon, un analista specializzato in America Latina e nello spazio post-sovietico.