Si celebra oggi, 12 giugno, la Giornata mondiale contro il lavoro minorile. Un’occasione per riflettere su un fenomeno ancor molto diffuso che comprende varie forme di abuso molto spesso causate da condizioni di estrema povertà, mancanza di istruzione e da situazioni in cui i diritti dei minori non vengono rispettati.
Proprio per quest’occasione Unicef ha diffuso il suo rapporto “Lavoro minorile in Italia: rischi, infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro” da cui emerge che, nel 2023, il numero di lavoratori minorenni in Italia, tra i 15 ed i 17 anni, era di 78.530 un numero molto maggiore rispetto ai due anni precedenti.
Tra le regioni italiane che registrano il numero più altro di giovani lavoratoti minorenni sono Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Lazio e Puglia.
Dai dati emerge, anche per quello che riguarda il lavoro minorile, il fenomeno del gender pay gap. Le paghe settimanali per i giovani lavoratori di sesso maschile si attestano sui 300 euro, non arrivano a questa cifra, invece, le ragazze confermando un trend generale.
Dal rapporto Unicef emerge anche un altro dato preoccupante: l’elevato numero di infortuni sul lavoro e delle denunce presentate all’Inail. Nel quinquennio tra il 2018 e il 2022 le denunce presentate sono state 338.323 di cui 211.241 di minori di 14 anni. 83, invece, sono state le denunce per infortuni mortali.
“Il lavoro minorile è un tema da osservare con attenzione – sottolinea Carmela Pace, Presidente Unicef Italia – perché rappresenta una spia dello stato di salute della nostra società e del benessere e del futuro dei giovani nel nostro Paese”.