Giorgia Meloni indispettita e piccata dall’atteggiamento dell’Unione Europea. Le nomine del futuro del consiglio Ue sono state già ripensate, ma la premier italiana invita i super vertici della grande maggioranza a cambiare posizione e a pensare non tanto alle nomine quanto a ciò che sia meglio fare adesso per l’Europa.
Critica indirettamente Ursula von der Layen e la centralizzazione da lei portata avanti, insieme ai suoi sodali. Ribadisce la necessità di dare voce al voto dell’elettorato che da poco si è espresso in merito al futuro dell’Unione Europea, sottolineando quanto sia importante assecondare lo spirito di decisione che ciascuno Stato membro dovrebbe avere, con il sacrosanto diritto di dire la propria anche in termini di necessità e peso politico.
Tutti vogliono un cambiamento delle politiche europee, rincara Giorgia Meloni, focalizzandosi sull’evidenza del desiderio collettivo di un’ Ue che intraprenda una direzione diversa, forse anche nel direttivo. La premier lo sottintenderebbe proprio nelle comunicazioni alla Camera, in vista del prossimo consiglio Ue.
Il 45% dei cittadini europei ha infatti mostrato di credere nell’istituzione che da qui a breve si prevede si allargherà ancora di più, ma ha posto anche sotto i riflettori l’importanza della disaffezione di una parte di essi, materializzatasi in astensionismo, da non prendere sottogamba.
Le dichiarazioni della portavoce del governo italiano fanno riferimento al summit programmatico del nuovo esecutivo Ue. Meloni, in conclusione del suo intervento, bolla l’atteggiamento dell’Unione Europea come una sorta di conventio ad escludendum.