Il Nasser era l’ultimo ospedale rimasto in funzione nella Striscia, nella zona meridionale di Khan Younis ma, sotto la pressione dei raid israeliani e con la complicità della carenza di carburante, ha smesso di funzionare. Ad annunciarlo il portavoce del ministero della Sanità di Gaza.
L’ospedale ospitava ancora una decina di pazienti che riportavano ferite di guerra e alcuni ricoverati per il continuo peggioramento delle condizioni sanitarie a Gaza. L’energia elettrica non era però sufficiente così come il numero di personale medico. Anche la fornitura idrica era già stata interrotta cosa che aveva portato l’ospedale a riempirsi di acque reflue.
Sette pazienti, invece, sono deceduti a causa della mancanza di energia elettrica che impediva il funzionamento dei macchinari per l’ossigeno.
Come riporta il dottor Tedros Adhanom Ghebreyesus, capo dell’Organizzazione mondiale della sanità, nei giorni scorsi, ad un team dell’Oms è stato impedito l’accesso in struttura per fornire il carburante necessario per i generatori.
Gli ospedali di Gaza, dunque, continuano ad essere un punto focale all’interno del conflitto con Israele. L’ultimo attacco all’ospedale Nasser, nella giornata di giovedì scorso, era avvenuto poiché si ritenesse che centinaia di militanti erano nascosti nella struttura spacciandosi per personale medico.
Intanto al Nasser sono intrappolati, senza cibo né acqua, circa 200 pazienti di cui almeno 20 necessitano di cure mediche urgenti.