A due giorni dalla candidatura alle Europee il generale Vannacci mette in difficoltà la Lega che dovrà rappresentare. Dichiara l’importanza di avere classi separate a scuola, a seconda delle prestazioni simili. In pratica propone una scuola non inclusiva, che esclude ai disabili il contatto con i compagni. Sulle persone diversamente abili rincara la dose; “Non li metterei di certo a correre con uno che fa i cento metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico”.
A queste dichiarazioni la politica insorge. Pd e M5s definiscono le sue affermazioni “deliranti”, e naturalmente chiedono l’intervento dei due ministri dell’Istruzione e della Disabilità, Giuseppe Valditara e Alessandra Locatelli, entrambi leghisti.
Anche la Cei (Conferenza episcopale italiana) interviene parlando di “ritorno ai tempi bui”, ma Matteo Salvini fa orecchie da mercante ed intende insistere con la propaganda pro candidatura di Vannacci, da lui fortemente voluto. Il candidato in tutti i collegi e capolista nelle circoscrizioni dell’Italia centrale, fa discutere i membri della stessa Lega sulla attendibilità della sua discesa in campo per Bruxelles.
Il presidente del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha lasciato trapelare malcontento per questa scelta politica, come l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato in Veneto, o l’assessore all’Agricoltura Federico Caner che ha definito Vannacci “non un valore aggiunto per la Lega e a Nord Est che non porterà voti».