Il tribunale iraniano ha condannato il regista Mohammad Rasoulof a cinque anni di carcere, frustate e alla confisca dei beni. Lo ha reso noto il suo avvocato, Babak Paknia. L’avvocato ha precisato che la condanna è di 8 anni di carcere, di cui 5 effettivi, contro Rasoulof, che nel 2020 ha vinto l’Orso d’oro del Festival di Berlino con il suo film contro la pena capitale “Il male non esiste”.
Rasoulof, 52 anni, pluripremiato a diversi festival internazionali, è stato arrestato nel luglio 2022 per aver espresso il proprio sostegno alle manifestazioni scoppiate in Iran dopo il crollo di un edificio nel sud-ovest del Paese, che aveva causato la morte di oltre 40 persone. In quell’occasione, un gruppo di cineasti iraniani riuniti da Rasoulof ha chiesto in una lettera aperta che le forze di sicurezza “depongano le armi” di fronte all’indignazione popolare contro “la corruzione” e “l’incompetenza” dei dirigenti.
Il suo ultimo film “Il seme del fico sacro” è stato selezionato per la 77esima edizione del Festival di Cannes, che inizierà il 14 maggio.
La condanna di Rasoulof ha suscitato la dura condanna da parte della comunità internazionale. Amnesty International ha definito la sentenza “scandalosa” e “un attacco alla libertà di espressione”. Human Rights Watch ha esortato le autorità iraniane a rilasciare immediatamente Rasoulof e annullare la sua condanna.
Anche il mondo del cinema ha espresso la sua solidarietà al regista. Il Festival di Cannes ha definito la condanna “inaccettabile” e ha annunciato che dedicherà una proiezione speciale al suo film.
La condanna di Rasoulof è l’ultimo atto di repressione contro il dissenso in Iran. Negli ultimi mesi, le autorità iraniane hanno intensificato la loro campagna contro attivisti, giornalisti e artisti.