Aveva 34 anni ed inizialmente è stata accusata di suicidio sulla carreggiata dell’autostrada A4, da cui avrebbe compiuto volutamente un volo di 15 metri.
Il suo nome però, si va ad aggiungere a tutte le vittime di femminicidio del 2024 perché Giada Zanola è stata uccisa dal compagno e fatta precipitare dal ponte autostradale nel padovano.
Se gli agenti della Polstrada di Padova e di Venezia, unitamente alla squadra mobile della questura di Padova non avessero iniziato subito l’indagine, il compagno di Giada non sarebbe stato fermato per omicidio volontario.
A scatenare la furia dell’uomo sarebbe stata una lite. Il primo tentativo di lancio del corpo della donna era stato evitato da alcune auto in transito. Successivamente il compagno l’ha gettata dal cavalcavia. Era entrato in uno spiraglio di liti violente e di una relazione troppo ossessiva. Anche sul corpo del trentanovenne stesso sono stati notati lividi ed escoriazioni riconducibili a colluttazioni da scontri nella coppia, avvenute precedentemente.
Viveva uno stato persistente di disagio il compagno di Giada ed era preoccupato di non poter vedere più il figlio. Ha confessato tutto la scorsa notte agli inquirenti, crollando durante l’interrogatorio.
Non a caso l’ultima lite è avvenuta a meno di 1 km dall’abitazione della coppia, alle 3:30 della notte del 29 maggio. Oltre ad essere stata gettata dal cavalcavia, la vittima purtroppo è stata investita dai mezzi di passaggio sopraggiunti sulla carreggiata, mentre altre auto sono rimaste bloccate, dopo aver scorto il cadavere.