L’Europa ai giovani. In vista delle elezioni dell’8 e 9 giugno, si spera che siano i giovani ad essere partecipi del sentimento politico europeo che è giusto ci sia, se si ragiona in termini di futuro per i cosiddetti “nativi europei”.
Un sondaggio condotto dal Sole 24 ore ha infatti rilevato che i ragazzi di età compresa tra i 18 e 35 anni, reputano fondamentale che l’Europa affronti subito la questione dei diritti umani.
In uno scenario geopolitico che vede la Russia contro l’Ucraina sul versante europeo e palestinesi ed Israele in collisione sul versante orientale, i giovani di ogni provenienza geografica e dunque di diverso genere, chiedono rispetto per l’altro e lo fanno nell’ottica di un’Europa più coesa. L’inclusione dunque è la base su cui dovrebbe fondarsi la tutela.
Secondo argomento fondamentale è il rispetto dell’ambiente. Lo si nota dei tanti momenti attivisti che vedono i giovani coinvolti nella battaglia contro i cambiamenti climatici. I nativi europei si aspettano dunque una transizione energetica che però rispetti l’ecosistema.
Per una minoranza invece il focus dovrebbe spostarsi sui temi sociali come la lotta alla povertà che rientra a pieno titolo nella riduzione delle disuguaglianze.
Il tema dell’istruzione a loro avviso dovrebbe passare in secondo piano rispetto a queste questioni considerate di grande priorità. Per il 52% dei giovani infatti, l’Europa dovrebbe apportare con queste elezioni più vantaggi rispetto agli svantaggi, iniziando da un punto di vista economico alla luce anche della libera circolazione di persone e merci che esiste nel continente.
Come per gli adulti, in loro alberga un po’ di scetticismo sulla validità dell’attuale guida Ue, i cui programmi sono ritenuti falliti, rispetto alle sfide della politica e del processo europeo, che si desidererebbe invece, avesse piena realizzazione da giugno in poi.