Alla corte del Museo del Fumetto di Milano arriva Lady Oscar, il celebre manga ambientato all’epoca della rivoluzione francese da cui trae ispirazione.
Allestita fino al 15 settembre nello Spazio Wow di viale Campania 12, raccoglie la prima copia originale del manga, insieme a costumi, tavole di animazioni e gadget.
Suddivisa in aree tematiche, aiuta a comprendere in che modo venissero create le scene animate, “sdoganando” tutte le false verità storiche che dall’uso dei costumi in poi, hanno creato contraddizione con i reali eventi storici a cui si ispirano.
Frutto della creatività della fumettista Riyoko Ikeda, discendente da una famiglia di samurai che inserì il personaggio di donna travestita da uomo nel manga Le rose di Versailles, poi riadattato in anime, Lady Oscar ha compiuto 45 anni.
La generazione di Millennials l’ha conosciuta nel 1982, anche se il personaggio della comandante delle guardie reali Oscar François de Jarjayes, al servizio della regina Maria Antonietta, esordì in Giappone nel 1979.
La mostra, ispirandosi alla protagonista del noto cartone animato, non si sofferma solo sulla fantasia, ma in parallelo riporta la storia di Francesca Scanagatta, soprannominata la “Lady Oscar milanese”, perchè nella vita reale fece carriera nell’esercito austriaco, indossando nel ‘700 i panni di un uomo.
Lo spazio espositivo inaugurato il 25 maggio, prodotto in collaborazione con Yamato Video, a cura di Yamato Video, Enrico Ercole, Angelo Capozzi e Luca Bertuzzi, per collezionare tutti i memorabilia, bambole comprese, si è servita del contributo del Lady Oscar Italian Fan Club.
L’icona della determinazione femminile, illustrata originariamente in cinque volumi da oltre 350 pagine a colori, ha diffuso nelle bambine di ieri un gran senso di libertà e giustizia sociale.
Nel fumetto il valore dell’amicizia si traduce in lealtà, e l’amore in assoluto e complicità.
Il rapporto che sboccia a sorpresa tra Oscar e André è il colpo di scena che pone due identità sullo stesso piano, scivolando nella spregiudicatezza di una donna che alla fine non rinuncia ad essere se stessa, anche se la società la vuole “mascherata”.