Buon compleanno Anna Magnani, paradigma del cinema italiano

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Avrebbe compiuto gli anni in questa giornata l’icona del cinema italiano Anna Magnani, scomparsa 50 anni fa e nata il 7 marzo 1908. Sarebbe stata ultracentenaria se fosse stata ancora viva oggi, ma il suo sguardo malinconico, l’intensità della recitazione, la voce profondamente rauca, la rendono immortale.

Donna del talento smisurato aveva anche delle difficoltà caratteriali dovuteAlla gestione di un cinema che lavorava in maniera puntuale senza mai ritardare per la lavorazione di un film che durava anche 10 settimane per sei giorni l’una.

Innamoratissima di Roberto Rossellini che la lascio per la collega svedese l’Ingrid Bergman, Anna conquisto l’ammirazione di registi come Zeffirelli, De Sica oltre che del suo ex compagno Rossellini.

Se la sua vita cinematografica era di continuo sotto i riflettori, diversamente accadeva per i momenti privati che viveva in clandestinità.

Definita ‘Mamma Roma’ per le famosissime interpretazioni di Roma città aperta e l’omonimo ‘Mamma Roma’ che le valse un premio Oscar nel 1956, la Magnani è diventata simbolo di un femminismo sussurrato, mai provocatorio, che faceva della naturalezza tutta l’essenza vera delle donne.

“Lasciami tutte le rughe, non me ne togliere nemmeno una… c’ho messo una vita a farmele”, aveva dichiarato lei che era nata per essere attrice “tra una lacrima di troppo e una carezza di meno” come aveva ribadito in un’intervista.

Amante degli animali che reputava belli come i miracoli della poesia e della natura, si autodefiniva eccessiva, smodata, incapace di frenarsi, soprattutto quando amava qualcuno.

Le sue interpretazioni erano piene di pathos perché Anna viveva con le viscere gli stessi sentimenti dei suoi personaggi, che poi erano quelli delle donne comuni e della gente che attraversava la difficoltà economica nell’Italia del suo tempo.

Bollava come poveracci non coloro che non avevano soldi in tasca, bensì coloro che non avevano sentimenti nell’anima; lei che collezionava libri nonostante avesse studiato fino alla seconda liceo senza completarla; e che si era dedicata al pianoforte per ben otto anni frequentando l’Accademia di Santa Cecilia.

Tragica in tutta la sua essenza, vedeva nel ruolo di Lady Macbeth l’acume che l’avrebbe portata a sentirsi pienamente attrice in un ruolo.

Passando in rassegna la sua carriera artistica, potremmo definirla a pieno titolo matriarca di ruoli femminili del cinema nostrano. Silvio D’amico diceva di lei: “Non recita: vive”.

Anna debuttò in palcoscenico prima con il teatro accanto al capocomico Antonio Grandioso che si innamorò di lei; poi si diede con Totò alla rivista e infine si innamorò perdutamente del cinema grazie a Goffredo Alessandrini che sposò; fino a quando non arrivò De Sica, che la volle protagonista di Teresa Venerdì; poi Mario Bonnard che la collocò al fianco di Aldo Fabrizi in Campo de’ Fiori, lanciandola così, anche nella commedia all’italiana.

Il ruolo che la rese indimenticabile è quello di Roma città aperta, al punto che lo stesso Giuseppe Ungaretti le scrisse: “Ti ho sentito gridare Francesco dietro un camion e non ti ho più dimenticato”. Mentre Eduardo De Filippo le aveva detto: “Tutti i selciati di Roma hanno strillato. Le pietre del mondo li hanno uditi”.

Film come L’onorevole Angelina di cui fu anche co-sceneggiatrice, e Bellissima, definiscono grazie al suo recitare, un ruolo della donna che sta cambiando e che deve riscattarsi rispetto alla steriotipizzazione.

Anna che rifiutò La Ciociara come ruolo per non avere Sofia Loren in qualità di figlia, è stata a onore di cronaca la più incredibile e vera attrice “emozionale” che l’Italia abbia avuto, e in questo compleanno a distanza di tempo, celebrarne la grandezza è un atto di riconoscenza per le sensazioni intense che ci ha donato.

Pina Stendardo
Pina Stendardo
Giornalista attenta ai fermenti quotidiani, raccontati con umanità. Convinta che scrivere sia un atto d’amore e responsabilità, ama divulgare il bello dell’Arte e del sociale, proponendo una narrazione alternativa sullo spaccato culturale.

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